L’eroico manipolo di braticolari attraversò il mare per raggiungere la terra promessa, patria di porcetto e fil’e ferru, di lunapark per moto e mare che quando lo guardi senti le sirene che cantano…
Vabbe’, forse le sirene potevano essere anche quelle delle forze dell’ordine sarde, viste le scellerate andature di alcuni loschi figuri e l’intralcio al traffico di altri, ma di polizia (tranne una fugace apparizione), non v’è stata traccia…. al pari delle buche sulle strade e al contrario delle pecore.
L’incatevole Isuledda, camping di Cannigione, ha accolto i nostri eroi in uno scenario spettacolare con un meteo praticamente estivo e solo grazie alla magica influenza di Orestsex, le nuvole cariche di pioggia hanno “evitato accuratamente” i percorsi braticolari inondando i tre giorni sardi di sole.
La potenza “orestsexiana” è stata tanto forte che tutti, perfino loro stessi, hanno dubitato del loro potere… tranne il Porcherrimo che, con tenacia e convinzione, è riuscito a trascinare l’orda porcina sui percorsi previsti confidando nella sua sconfinata fede in Polverone e Naso (se ci fosse stato anche il terzo “terzo” di Orestsex probabilmente avremo avuto una decina di gradi in più e siccità).
Dopo la traversata “perfetta” e notte accogliente in comode cuccette, l’orda Braticolara, decide di cambiare i percorsi invertendo i giorni previsti. Quindi il giovedì si andrà verso la Bosa/Alghero.
Visto che c’è un po’ più di tempo si passa dal camping e si scarica la moto prendendo possesso delle stanze.Mossa intelligente ed arguta che mette tutti nelle condizioni ottimali per i 340 km previsti.
La partenza prevista “il prima possibile” viene ritardata tra mugugni e maledizioni alla volta di Frux. La ruota sgonfia già da CP e poi ancora a Civitavecchia è il chiaro segnale di una perdita. Il pneumatico era da cambiare già da tempo (al pari dell’anteriore!) ma il buon Roberto aveva deciso che “altri 2.000 km ci si fanno ancora, no?”.
Verrà fatto oggetto di scherno e gli verranno più volte ricordati gli antenati sotto varie forme semantiche… Ad Arzachena troviamo un gommista che ripara il foro (un altro!) da dove esce la schiuma della bomboletta… un po’ di fortuna ci voleva proprio!
Quindi si parte!La Bosa/Alghero.
Il rombo congiunto di 28 moto risuona per le statali veloci. Il sepentone si snoda mentre le”staffette” compiono il loro dovere di collegamento aspettando Moliso, scopa braticolara e ultima moto della colonna, risalendo poi il gruppone a “cannone” e divertendosi assai. Subito molti dispersi e attese interminabili, code ai rifornimenti e il tempo che scorre… ma è la felicità di esserci tutti assieme è grande e alla fine si giunge alla partenza del primo tratto cronometrato: Bosa. Splendido paese attraversato da un canale che lo collega al mare. Acqua blu. Case di pietra e roccia rossastra. Vegetazione ancora di un verde brillante e sole!
Contrasti meravigliosi ci accolgono fino all’arrivo del semaforo. Poi, luce verde! Via! La pista, dall’asfalto rossastro, ccorre lungo la costa e al T1 i tempi sono già interessanti. Peppone e Il Porcherrimo su Guzzi se la vedono con un aggerritissimo Capitano su Bmw. Sorpassi e controsorpassi… staccatone al limite e pieghe pazzesche vengono interrotte dal rumor di ferraglia! Bandiera Rossa, la corsa è sospesa.
Il terminale penzolante del LeSPans del Porcherrimo ha rischiato di staccarsi (con grave pericolo per i braticolari all’inseguimento) e, fortunatamente, la tecnologia ci corre in aiuto per la riparazione e dopo aver legato il tutto col fil di ferro (della wurth in titanio impoverito) si riparte verso il traguardo…Panino (buonissimo e goloso) in relax ad Alghero e sosta che passa tranquilla tra le chiacchere ai tavoli all’ombra antistanti “Il Milese”.
Si riparte con il gruppone che si divide in due. Uno diretto ad Isuledda, l’altro con breve deviazione per la zona industriale per una saldatura della staffa dello scarico che si era rotta.Strade veloci e sole caldo rendono il rientro monotono a discapito dei bei panorami che ci accompagnano. Ah, già! Anche i primi “doloretti” sparsi tra i lombi dei partecipanti cominciano a farsi sentire evidenziati da versi animaleschi ogni volta che si scende dalla moto per il rifornimento… Finalmente Isuledda! …Doccia.
Si recuperano le forze e finalmente puliti, profumati e rinfrancati dalla sosta si va a cena.
Tanti antipasti, tra cui la pancetta “de sorca” buonissima, malloreddu, zuppa Gallurese, sfrizzoli di maiale in agrodolce… e ancora porcetto arrosto (con le cotiche eccezionali!), vino acqua… risate, sfottimenti, e piacevolissima serata tutti assieme a celebrare il 100° BT alla grande!
La pecora morta
Lo scambio dei percorsi sui giorni previsti aveva trovato tutti d’accordo. La sera, purtroppo, la fede di molti braticolari vacilla. Si invocano libertà mai viste al BT, si evocano presunti cavilli legali delle Sacre Leggi, si cercano precedenti e si propongono varianti “al volo”. Le capacità di Orestsex vengono messe ampiamente in dubbio. Solo uno, faro nell’oscura notte, si batte con incrollabile fede. Minacce, spaccature, insulti e male parole volano. Gli animi si scaldano (fortuna che le pistole erano state lasciate fuori!) finché, finita la rissa, l’incrollabile fede del Porcherrimo riesce ad instillare il dubbio negli animi dei braticolari: Anche se le previsioni danno acqua a catinelle, almeno proveremo il percorso previsto verso la Desulo/Fonni con l’impegno di lasciarlo nel caso di pioggia verso lidi più asciutti… Sempre sia lodato Orestsex!
La mattina ci da la sveglia con un mega acquazzone alle 6.30. Guardo preoccupato il cielo nuovoloso… poi mi giro e vedo la fine del fronte temporalesco col sereno in arrivo. Il Grande Porco è con noi!
Ore 8.45 si parte. Il percorso d’avvicinamento al Lunapark delle moto (Motopark?) è per strade veloci fino a Buddusò ma qualche leggerissimo contrattempo ci attarda un po’.
Mezzo gruppo si perde al bivio della superstrada, mandrie di braticolari si mettono in fila ai rifornimenti per ore aspettando il proprio turno…Buddusò e le nuovole nere sono scomparse.
Riconosco la strada già percorsa con Anima Guzzista nel 2008 durante Aquile e Porcheddu. Bastano pochi sguardi “al volo” e ci si capisce subito. Giro la manopola del gas e…Nun me poi passa’ No, nun è pe te, capiscilo da te nun ce la poi fa e io nun te lo sto manco più a spiega’ co quella moto la’ me dici che voi fa”? te devi da scanza’te ne devi anna’e nun te scorda’che io c’ho er lemans e tunun me poi passa’-nun me poi passa’-nun me poi passa’-nun me poi passa’come l’altro ierio forse era stamatinasulla tiburtina manco so più se c’eri t’ho visto nello specchietto quando te sei fatto sotto allora mi so detto ma davero questo è matto ho sfiorato er gasse so riempiti i carburatori e i signori lafranconi t’hanno mannato fuori, si fuori dai coglioni… (due strofe tratte dl celebre brano “Nùn me pòi passà” scritto da Goffredo -grazie Goffre’, la canto tra me e me ogni volta che faccio ‘te cose!)
La strada si trasforma all’improvviso in un toboga che si snoda tra due ali di quesce da sughero. Un paesaggio poetico, bellissimo e surreale allo stesso tempo: asfalto grigio rugoso e muretti a secco, rovi, sterpi e mirto ai lati lasciamo il campo a querce con dalla corteccia grigia tanto spessa da sembrare una spugna. E’ il sughero che, dove raccolto, lascia in vista il tronco scoperto di un rosso ruggine che sembra sanguinare…4000 giri, gas aperto e sparata 6000, curvone e piega pazzesca di terza piena e poi scalata di nuovo a 6000 giri, terza di nuovo, Curva, piega, apri, frena curva, scala e giù senza toccare i freni… Una sequenza pazzesca con Peppone e Cesare negli specchietti… gongolo e mi diverto. Sequenza di curve a vista, stavolta gratto pure col manubrio, cazzo! Dajeee! Uahuuuuuuu! Ennamoooo! Curva destra, allargati e piega, apri e attento alla pecora.
Pecora? Ma che cazz! Orcaputttanaaaaaaaa! Frenaaaaa! Frena cazzo, frena! A sinistra, evita! Frenaaaaa! SBANG!
Un colpo secco sul davanti della moto mi fa capire che l’ho presa. Cazzo! Sono ancora in sella! Sono vivo! Non sono caduto! Orcodd… porcoqquà e porcollà! Macome cazz! Guardo lo specchietto e vedo la pecora stesa immmobile in mezzo alla strada.
Mi accosto e parcheggio lungo la strada poco più avanti.Si fermano tutti e man mano che arrivano vedo sguardi preoccupati, moto ferme e tutti scesi di solito non sono un buon segno quando si va in moto… vedo la preoccupazione trsformarsi in incredulità e poi sollievo.
Meno male! Ma è un attimo e, passata la paura, cominciano subito le battute… che ve lo dico a fa? Da “pora Dolly” a “Berta filava”, a “almeno te sei fatto ‘na pecorina” e un susseguirsi incessante di doppi e tripli sensi… intanto la povera pecora sta lì per terra col collo spezzato e la lingua di fuori. Un bozzo grande come un uovo sulla tempia testimonia il punto d’impatto. Poveraccia, almeno è morta subito.
Ci scherzo sopra un po’… ma poi mi cala la “bòtta di strizza” e mi tremano un po’ le gambe, anzi una caviglia mi fa ancora un po’ male. Ripenso all’accaduto e capisco che ho sfiorato un bel volo. Decido che non mi voglio rovinare la giornata e il BT. No, non mi ci voglio fermare sopra troppo… dai, partiamo! Su! Peppe sposta la pecora a bordo strada. Ancora sguardi che dicono “e mo’? Che famo?”… andiamo! Dico io… se il pastore si fa vedere, bene e gli chiedo pure i danni (pochi o niente in realtà… incredibile!) sennò se la mangerà! Ripartiamo! Dai! …la voglia di ritornare in sella e pensare ad altro diventa impellente. Non ci voglio pensare più. Almeno non ora.
Ripartiamo per il toboga verso Bitti… la moto va bene e anche la ciclistica non sembra aver riportato danni. Bene… gasssssss!
Rientro nel paradiso e ci divertiamo come pupi fino a Nuoro.Nota: ricordarsi che la Buddusò/Bitti/Nuoro (percore a parte) è una figata pazzesca!
Esterno giorno. Rotonda con tante auto che passano. Siamo vicino a Nuoro. Tutti fermi per radunarci e verificare il percorso. Alcuni partono prima, poi si fermano poi no, Polverone passa avanti e gli altri, ma dove? come?… morale si imbocca la strada verso Olbia per errore e si torna verso il mare. A quel punto il Grande Porco (che aveva già interceduto non poco in mio favore poc’anzi con la pecora) non c’ha visto più e ci manda addosso i primi nuvoloni che aveva sotto mano: 8 km di superstrada (nella direzione sbagliata) vengno innaffiati con i primi goccioloni del temporale in avvicinamento. Polverone in testa si gira e mi guarda chiedendo consiglio. C’è solo una cosa da fare: alla prima uscita si fa inversione e si torna indietro. In una situazione che molti di noi hanno vissuto chissà quante volte, si procede sotto la pioggia con il sereno che spunta più avanti e le nuvole nere che ci inseguono.
L’esperienza mi fa gridare più volte a Roberto “Daje er gas! Levamose da sotto s’tacqua! Dajie!”… Il potere di Orestsex si materializza sotto forma di asfalto prima umido e via via più asciutto man mano che si procede. Se non è un segnale questo! Solo un miscredente si ferma sotto ad un ponte per mettersi la tuta antipioggia “bloccando” la moto scopa nell’aspettarlo… verrà punito dal Grande Porco trascinando, putroppo, con se nel gorgo dell’acqua anche l’incolpevole Moliso. Si esce dalla 131 che evita Nuoro per Orani verso Desulo! Un miraggio che s’avvicina. Tanti ricordi e non vedo l’ora!
Ma è ora di pranzo… la strada invoglia (azz se invoglia!) ma ci fermiamo in cerca di un posto dove mangiare o fare las pesa per pranzo… verso il mare piove e a Budoni non ci arriviamo certo in mezz’ora!
Deserto. Case con persiane chiuse, Poche auto parcheggiate. Chiediamo nformazioni e… alle 13.00 chiudono gli alimentari e il supermercato (un alimentari un po’ più grande). Che differenza! Noi cittadini abituati ad avere tutto a qualsiasi ora ci scontriamo con ritmi e stili di vita così diversi!Fortuna che l’ultimo bar del paese ci può fare dei panini… che io rifiuto. Ancora pancetta? Basta! Non ce la farei e poi devo ancora guidare voglio essere in forma! Quindi mi prendo un gelato/biscotto (in pratica un Cucciolone nemmeno originale… diciamo compatibile!) e il mio pranzo finisce lì.
Mentre aspettiamo che i dispersi, gli attardati e gli “umidi” ci raggiungano chiedo a Peppe di darmi una mano con le puntine… il LeSPans è già dalla mattina che spara dei colpi fortissimi dallo scarico dx chiaro sintomo di una puntina “attaccata”. Fortuna vuole che il Reverendo ne abbia un paio di scorta. Santi Guzzisti (quelli veri!) subito! Anche il Capitano mi aiuta e smontiamo, a bordo strada, serbatoio e coperchio spinterogeno… si una puntina non apre. Arriva Peppone e comincia controllare… intanto gli consegno le due puntine nuove e poi vengo un attimo “distratto” dalle incombenze di Arceste per decidere e chiarire quale percorso ci attende. Chiacchero 10 minuti con Polverone e torno alla moto. Tutto fatto! Mitico Peppone! Manico e meccanico! Gongolo nel sentire il motore che non “spara” più. Poi rifornimento, arrivano gli ultimi (che devono ancora pranzare!) e alle 15.30 si riparte! Uff! Che fatica rimanere fermi sapendo cosa ci aspetta ma le regole del BT sono chiare. Infatti ci siamo persi Stefano Branchi. Quindi, alla fine, qualcuno torna ad Isuledda, qualcuno taglia e va verso il mare e Moliso con Massimone ci seguiranno fino ad Ovodda per poi “tagliare” verso Fonni e tornare indietro. Mi dispiace per chi non farà tutto il giro completo. So benissimo che certe strade le trovi solo qui! E poi c’è la Desulo/Fonni che ci aspetta! Si parte e subito, come se non fosse passato nemmeno un secondo, il toboga riprende e con esso anche il divertimento.
Si forma il “trenino veloce” con Il Capitano, Peppone, Lo Smilzo ed Il Porcherrimo… ci si scambiano le posizioni (che porci!) e anche Mauro conduce per un bel tratto in scioltezza ed velocità. Sono contento. Condividere certe emozioni e divertimento è cosa buona, giusta e bella soprattutto con belle persone… stavolta addirittura braticolare! ENNAMO!
La goduria sembra non finire mai… Ovodda… ancora paradiso… ed ecco Tonara. Sosta per birrino defaticante, rigorosamente Ichnusa, sguardi incrociati che preludono alla Desulo/Fonni… qualche foto e via! Da Tonara a Desulo la strada è magnifica. Asfalto scuro, quasi nero, rullato e piatto ma con un grip pazzesco. Non credo che si possa trovare di meglio anche in molte piste. Favoloso! Provo a togliere gli ultimi millimetri di battistrada sul bordo della gomma posteriore. Cuvone a sinistra, tondo, perfetto, infinito. Entro forte e mi sporgo dalla moto. Giù, mi dico, più giù! E piego, piego… sgraaat! L’esterno della scarpa sfrega sull’asfatlo e faccio un balzo di sorpresa. Non ho spazio per tirarla più “dentro”. ho trovato il limite. Ci riprovo poco dopo e… sgraatt! Di nuovo. Incredibile, qui basta volerlo e potrei grattare ad ogni curva! Penso alle “nostre” strade con buche e avvallamenti, mal tenute e raramente da poter percorrere con tranquillità. Ah, la Sardegna! Che strade!
Assorto tra i miei pensieri (grattuggiando scarpe di qua e di là) arriviamo ad un bivio a sinistra dove inizia un asfalto rosato. direzione Fonni! Cazzo ci siamo! Goffredooooo! Guarda ci sono! eccola, cazzo eccolaaaa! Porcaccia la miseria dove sei? Tanti ricordi affiorano e rivedo quando l’abbiamo fatta col gruppone di AG… Ok, onorerò il ricordo! stavolta tocco col ginocchio! Cazzo lo faccio. Mi scortico ma tocco! Parto avanti col cuore a mille. Vado, si sale… ma poche curve. Strada sinuosa ma poche curve. davvero poche. Anche l’asfalto rosa, perfettamente piano, è costellato di crepe e… buche! Buche? Sulla Desulo/Fonni? Ma che è successo? Proprio qui? …eppure… più andiamo avanti e benchè circondati da boschi meragliosi, bei panorami che si aprono verso le valli strette tra i costoni del Gennargentu la strada non è un granchè. No, non voglio dire che non è una bella strada. Qu da noi sarebbe fantastica ma paragonata a quelle che abbiamo appena passato è… rilassata, morbida. Con salite e discese e curve larghe, larghissime, talmente larghe che o le fai a 300 all’ora o sembrano rettilinei che pian piano ti portano un po’ più in la.
Riconosco il valico dove Valter passo tutti col 1200 sport alzando poi le braccia come per tagliare un invisibile traguardo. Vedo un paio di “esse” dove Alberto col Centauro passò a velocità stratosferica… ok ma le curve? Quelle vere? E ‘ste buche continue? Sul tratto “alto” (siamo a quasi 1300 metri) la strada è molto panoramica e corre a “mezza costa” scendendo dolcemente verso… oh, ma che so’ ‘sti fari? Anzi, di chi so’?… Azz! E’ il Reverendo! Ma che fa? Guida pure lui forte? Che spettacolo! Che gioia vederlo a “daje er gas”… bastardo ma allora lo sai fare eh? E così il trenino si allunga verso valle con grande soddisfazione e piacere dei braticolari.Nota: La Desulo/Fonni è stata per anni un mito per me. Rappresentava l’archetipo della strada sarda. Colori, odori, percorso. Meraviglioso.
Ora, dopo esserci ripassato ho avuto come la sensazione di rivedere una vecchia amica. Una bella e prosperosa giovane con cui avevo “avuto una storia” che ho rincontrato dopo dieci anni e che è semplicemente invecchiata. Come me del resto. Le tettone sono sempre lì, però …ehm… diciamo meno toniche, un po’ più di ciccia con le curve favolose che si trasformano “abbondanti”. La rivedo con gli occhi dell’amore. L’amore di dieci anni fa che oggi mi mostra una cosa diversa. Oh, intendiamoci è sempre lei ma a tratti è decrepita e cadente. Dieci anni fa, sicuramente, anche io ero più prestante e facile all’innamoramento ma oggi, proprio per gli anni che passano, sono diventato più esigente, più attento ai particolari e meno propenso ad accettare il normale come “eccezionale”. Anche il fatto di aver proposto al BT questo percorso era per arrivare a “lei”. Per rivederla e magari rifarla mia, come feci anni fa, assieme a tanti amici in moto. Orgia, sesso di gruppo? Ma certo! Certe cose valgono di più se fatte assieme, lo sappiamo tutti benissimo, altrimenti il BT non sarebbe mai nato. Mi resta la delusione ed un velo di tristezza. Ma sono contento lo stesso. Anzi sono proprio felice e al settimo cielo. Mi sono innamorato di nuovo. Ho delle nuove amanti. La Buddusò/Bitti/Nuoro (dove tra una curva e l’altra puoi farti una bella pecora!) ma soprattutto la Gavoi/Ovodda/Tonara/Desulo, il tratto della Centrale Sarda (ss 128) che rappresenta il massimo, il top, la summa della strada da moto. Ed è senza pecore.
Il ritorno da Fonni per Mamoiada è ancora un ultimo refolo di Paradiso ma ormai siamo stanchi. Facciamo tutti fatica a tenere un passo veloce e il miraggio di Isuledda/doccia e cena /stavolta di pesce) ci spinge verso la “veloce” verso Nuoro e poi superstrada fino ad Olbia.
Isuledda.
Riposiamo le stanche membra, ci massaggiamo le chiappe, ci stiramo la schiena e via di nuovo in moto per l’agriturismo S.Giovanni. Bella cena di pesce, ottimo e abbondante signor Capitano! Si parla a tavola e si ripercorre la giornata che nonostante i dispersi, i rientri anticipati, lo sgrullone verso il mare ci lascia una voglia di ritornare in quei posti magnifici.
La serata si sposta ad Isuledda dove ci attende il Cruciverbone… ma all’improvviso mi arriva la bòtta di stanchezza. Forse anche lo “stress” tardivo dell’incidente con la pecora fa la sua parte e arrivato al camping mi sdraio sul letto un attimo tanto per ripendere un attimo… Sogno. Tanto. Il gruppome delle moto parcheggiate per le foto. Le facce dei braticolari che sorridono tra le curve. Le tante, infinite battute su tutto e di più. La pecora… la paura. Era tanto che non dormivo “tutta una tirata” fino alle 8.20 di mattina. sabato mattina giornata spettacolare.
Sole, Caldo. Acqua trasparente che pare finta. Colazione col sole che sorge dai monti dall’altra parte del golfo. Che pace e che bello. Ci troviamo davanti alle moto e c’è chi decide di andare in spiaggia, chi di andare di qua e chi di la… ci godiamo la giornata come viene. In massima libertà con l’appuntamento, per tutti, all’Oasi per il pranzo… ancora di pesce! Peppone, Il Porcherrimo, Decio, Bindi, Cristiano, Lo Smilzo, Il Gattone e poi Frux, Alessandro Saieva detto Sergio (il Pecora non mi piace e poi riguarda me non lui!), Stefano Penge, Umbo e forse mi sfugge ancora qualcuno cazzarola! Ci dirigiamo a Palau. Caffè alla pasticceria napoletana con sfogliatella, babà o cornetto e poi a S. Teresa di Gallura. Sergio è di casa e ci porta per la bella strada che corre lungo il litorale con panorami favolosi e località della costa Smeralda meravigliosi (soprattutto visti fuori stagione!).
Obbiettivo l’acquisto di Vermentino e Cannonau da riportar come icordo più altra amene bevande più o meno alcooliche per il proseguio di giornata. La piazza di S. Teresa è in allestimento per il concerto dei Nomadi, della serata, in occasione della sagra della salsiccia. Se non avessimo il pesce che ci attende…
Quindi arrivo al ristorante (bel posto! Con tanto di maiali liberi che pascolano e grufolano felici) dove la mega tavolata braticolara viene travolta da antipasti buonissimi, primi eccezionali e secondi che levati… dico solo che gli spaghetti con l’aragosta (cazzo che buoni) me li sono divorati per mangiarmi i tranci del crostaceo rimasti con le mani!… vabbe’, la mano!
Mi sono sporcato, schizzato e me so’ ciucciato tutte le chele degli scampi, le teste di gambero e i pezzi di aragosta che ho rotto coi denti… scarpetta nel sugo finale libidinosissima…
La spigolona arrosto l’ha pulita Sorciosecco che da vero uomo di mare l’ha fatta a pezzetti. Un macinato di spigola, a dire il vero senza spine, ma massacrata davvero. Qualcuno si dovrà far carico di spiegargli che il pesce per essere spinato non deve essere “grattato” con la forchetta… forse per i figli quando sono piccoli! Ma per braticolari prima si tolgono le pinne dorsali, poi pettorali e ventrali, poi la coda e poi (se volete) la pelle ed infine si separano i due filetti lasciando la lisca centrale. Se si cerca la perfezione, poi, si cercano le ultime spine nei filetti passando DELICATAMENTE la forchetta di traverso così da trovarle e togliere……ho mangiato la mia prima spigola grattugiata…
Durante il pranzo, il novello Porco d’Acciaio, Alessandro Saieva è stato ufficialmente introdotto in società con la consegna dell’effige braticolara del Porco. Nell’enfasi e ricordo della povera pecora gli è stato affibbiato il nome braticolaro de Il Pecora… ma qualche dubbio sul nome ancora rimane… che il Porco Senato ci rimugini su.
Vabbè. E’ arrivato il pomeriggio. Chi va al mare, chi in giro e in cinque rimaniamo a chiaccherare fino alle 17.00 fuori del ristorante nell’aria ancora calda di quest’estate lunga… (e chi si lamenta è vegano!).
Il gruppetto rimasto decide di raggiungere Olbia passando per la costa. Così partenza col sole che cala verso Porto Cervo, Cala volpe, Porto Rotondo e Golfo Aranci… poi sosta al Blu Marine (consigliatomi da Pedro – guzzista sardo) per un paio di birre, con Pedro che ci raggiunge, e altro giro di birra. Panini per la sera sul traghetto.
La notte incombe e alle 21.00 siamo al porto. Biglietti, imbarco, caccia alla cabina. Si lasciano i bagagli per ritrovarsi tutti alle poltrone nell’area bar. All’improvviso spuntano bottiglie, affettati, pane, formaggi… oddio ma qui si mangia ancora! E dai di battute e risate fino a che la stanchezza prevale.Grazie ad Orestsex, altra traversata splendida con mare calmo.
Sveglia presto e Civitavecchia è già in vista. Sbarco e colazione tutti insieme. Si tira qualche somma, ci si ripromette di vederci per risolvere qualche “magagna” uscita all’ultimo minuto e poi via! A casa!Sono stato veramente bene. Sicuramente certe “modalità” di organizzazione andranno riviste quando siamo in tanti così che tutti siano nelle migliori condizioni di partecipare e vivere quello che è ormai un mito. Il nostro Braticola Trophy.
Nota: Ci sarebbe da scrivere ancora molto:
- Lo scazzo Polverone/Coso sull’incrocio a Nuoro
- La funzione della Moto Scopa ha sempre senso?
- Pare ci serva un nuovo Sceriffo!!!!
- Possibile che agli incroci si siano fermati sempre gli stessi?
- La pecora avrà parenti da informare? Che fine avrà fatto il figlio che le camminava accanto?
- Ma quanto è ammanicato Polverone da quelle parti?
- Se Sorciosecco porta la Moka bisogna comprare il caffè prima dell’ultimo giorno! …soprattutto visto quanto è cattivo il caffè in sardegna!
- Qualcuno può salvare quella povera Multistrada?
- Una telecamera che riprenda Peppone alla pasticceria napoletana raffinata e chic di Palau mentre fa i suoi commenti ad alta voce? C’era? Si rimedia?
- Ma quanto guida bene il Capitano?
Tutti, ripeto TUTTI, i braticolari hanno fatto curve come “usualmente” non fanno. Da Torquato al Porcherrimo, dal Reverendo al Gattone.
W LA SARDEGNA! W LA FIGA!